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Online i rapporti su "La presenza dei migranti nelle città metropolitane"

Sono online i nuovi Rapporti annuali sulla presenza dei migranti nelle Città metropolitane, curati dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con ANPAL Servizi S.p.A. Anche l’ottava edizione presenta nove approfondimenti (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia) e una sintesi comparativa dedicata alle 14 città metropolitane d’Italia (incluse, quindi, Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria).

La distribuzione sul territorio nazionale, al primo gennaio 2024, dei 3.607.160 cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti evidenzia come Milano e Roma accolgano oltre un quinto delle presenze (rispettivamente il 13% e il 9,4% del totale nazionale). Percentuali comprese tra il 2% e il 3% si trovano a Torino, Napoli, Firenze e Bologna, mentre è inferiore al 2% la quota relativa alle altre Città metropolitane.

La quota di lungo soggiornanti sul totale dei regolarmente soggiornanti al primo gennaio 2024 risulta pari a 59,3%, con rilevanti disparità nel territorio nazionale: la quota risulta massima a Venezia (68,6%), Firenze (67,1%), Roma (64%) e Genova (61,8%) e minima a Torino (44,4%), Palermo (44,5%), Catania (47,8%) e Cagliari (48,3%). L’incidenza dei motivi familiari (preponderanti in tutte le altre Città metropolitane) risulta massima a Venezia (45%), Milano (41,2%) Torino (38,8%) e Bologna (38,7%).

Complessivamente si rileva nella popolazione non comunitaria un equilibrio di genere quasi perfetto (uomini 50,8%, donne 49,2%) che risulta confermato nella maggior parte delle Città metropolitane. Maggiore eterogeneità si rileva per quel che riguarda i minori, che, a livello nazionale, rappresentano il 19,5% dei regolarmente soggiornanti al primo gennaio 2024. L’incidenza risulta massima e superiore alla media nazionale a Catania (21,5%), Torino (21%), Venezia (20%) e Genova (19,8%), mentre è minima a Napoli (14,7%), Roma (15%), Cagliari (15,8%) e Firenze (17,5%).

Il 2023 ha fatto registrare il numero più elevato di nuovi cittadini italiani: 196.040, un numero in aumento dell’1% rispetto all’anno precedente. Ai primi posti per numerosità delle acquisizioni di cittadinanza si collocano Milano, Roma e Torino.

La popolazione non comunitaria guida l’8,8% delle imprese registrate nel Paese al 31 dicembre 2023: 522.055, un numero in aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda la Città Metropolitana di Cagliari, con 15.540 cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti al 1° gennaio 2024, pari allo 0,4% del totale nazionale, si colloca in quattordicesima e ultima posizione tra le Città metropolitane per presenze extra UE. Rispetto all’anno precedente, in linea con il calo complessivo rilevato a livello nazionale (-3,2%), si registra un decremento delle presenze nel territorio pari a -4,3%, da imputare prevalentemente a un forte calo dei nuovi ingressi, che ammontano a 1.503, il 41,3% in meno rispetto all’anno precedente.

L’incidenza dei cittadini extra UE sul totale della popolazione residente a Cagliari è significativamente inferiore rispetto alla media nazionale: 3,1% contro il 6,4%.
L’Ucraina rappresenta il principale Paese di provenienza dei cittadini non comunitari presenti a Cagliari, con il 17,7% delle presenze. Seguono le Filippine, con un’incidenza del 9,8% (in calo di circa il 12% rispetto al 2022), il Senegal (9%), la Cina (9%) e il Marocco (7,4%, anch’esso in forte calo rispetto al 2022: -13%). Notevole è anche la presenza della comunità kirghiza, che rappresenta il 5,2% delle presenze.
I cittadini non comunitari mostrano un equilibrio di genere: le donne rappresentano il 50,4% delle presenze non comunitarie e gli uomini il 49,6%. Questo posiziona la città al quinto posto tra le città metropolitane per incidenza femminile, insieme a Roma e Reggio Calabria. La quota di minori tra i cittadini provenienti da Paesi Terzi è invece del 15,8%, rispetto al 19,5% nazionale, la seconda incidenza più bassa tra le città metropolitane, indicando una scarsa presenza di nuclei familiari.

L’analisi dei permessi di soggiorno, che aiuta a comprendere il grado di stabilizzazione della popolazione migrante sul territorio, mostra un lieve aumento nella quota di lungosoggiornanti rispetto all’anno precedente: +0,7%, a fronte del - 0,8% a livello nazionale. Tuttavia, la quota di lungosoggiornanti è decisamente inferiore al valore nazionale (48,3% contro il 59,3%). Tra i permessi di soggiorno a scadenza, prevalgono invece quelli per richiesta o detenzione di una forma di protezione, cresciuti di circa il 27% rispetto al 2022 e rappresentanti il 36,6% del totale. Seguono i permessi per motivi di lavoro, che coprono una quota pari al 28,3% (a livello nazionale la percentuale è del 26,2%), con un calo di circa il 26% rispetto all’anno precedente.

Per maggiori informazioni:
Consulta gli approfondimenti
Consulta il Quaderno di sintesi dedicato a tutte le 14 città metropolitane d'Italia

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