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Presentazione "Le migrazioni femminili in Italia. Percorsi di affermazione oltre le vulnerabilità" - 28 Febbraio ore 16

Il 28 febbraio 2023, alle ore 16.00 presso l’Auditorium di Via Rieti a Roma, sarà presentato il libro “Le migrazioni femminili in Italia. Percorsi di affermazione oltre le vulnerabilità”, il primo studio socio-statistico del Centro Studi e Ricerche IDOS e dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” che analizza il fenomeno in maniera organica. L'evento sarà trasmesso in diretta streaming sulle pagine Facebook di Idos e dell'Istituto di Studi Politici “S. Pio V.

Le donne sono state protagoniste dell’immigrazione straniera in Italia sin dai suoi esordi, eppure la loro specifica condizione è stata a lungo trascurata: assimilata a quella degli uomini o identificata con ruoli marginali, passivi e stereotipati.

La storia dell’immigrazione femminile in Italia, con i relativi dati, parla invece di donne dinamiche, autonome nei loro percorsi e protagoniste delle loro vite, ma marginalizzate e schiacciate su posizioni subalterne da modelli di organizzazione sociale ed economica gerarchizzati per genere e cittadinanza, che le espongono a meccanismi di discriminazione.

Emblematica di tale situazione è la loro condizione occupazionale, che da decenni resta ingabbiata in ambiti e ruoli occupazionali non solo svantaggiati, ma anche rigidamente predeterminati, i quali ne riducono sia le opportunità occupazionali sia la mobilità sociale e la visibilità nel mondo del lavoro e nella vita collettiva.

Sebbene tra gli stranieri residenti in Italia a fine 2021 le donne siano il 50,9% (quasi 2,6 milioni), esse scendono al 42% tra gli occupati (949.000) per risalire al 52,5% tra i disoccupati (199.000).

Inoltre, il loro tasso di occupazione (45,4%) è in assoluto il più basso, rispetto sia agli occupati complessivi (58,2%), sia alle donne italiane (49,9%), sia agli uomini stranieri (71,7%), dai quali sono distanziate di ben 26,3 punti percentuali (tra gli italiani il divario di genere è di 16,7 punti).

Se nel complesso i lavoratori stranieri sono massicciamente incanalati e mantenuti in posizioni lavorative subalterne, tra di loro le donne sono ulteriormente penalizzate, in quanto incanalate in attività essenziali (oltre al lavoro di cura, anche il lavoro in agricoltura, i servizi presso uffici, alberghi e ristoranti) ma poco riconosciute nel loro valore sociale ed economico, poco tutelate e caratterizzate da maggiore sfruttamento e lavoro nero (nel ramo domestico si stima che gli impieghi irregolari superino quelli con contratto e in agricoltura che ammontino ad oltre 50mila, a fronte di 31.000 straniere regolari).

Così, sebbene le donne di origine immigrata – di prima e di nuova generazione – esprimano un protagonismo autonomo dal mondo maschile, si muovano come soggetti consapevoli nei flussi migratori, nel mercato del lavoro e nella società (dove si impegnano con associazionismo, nuove forme di attivismo, produzioni artistiche e letterarie), esse restano bloccate tra una forte volontà di affermazione personale e la cronica esposizione a condizioni di vulnerabilità, pagando condizionamenti culturali tanto in famiglia quanto nella società – di partenza e di arrivo – che le relegano a ruoli di subordine e di minorità (le musulmane, ad esempio, si sentono più discriminate degli uomini nel lavoro e hanno un tasso di occupazione più basso quando indossano il velo).

È proprio a questa “presenza assente” e trascurata nelle politiche migratorie, di asilo e di welfare, che il Centro Studi e Ricerche IDOS e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” intendono restituire la dovuta attenzione e visibilità con la pubblicazione di questa ricerca innovativa nel suo genere.

Per maggiori informazioni:
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