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Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH): Appello per salvare una giovane sudanese dalla morte tramite lapidazione

La Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) ha lanciato in questi giorni una campagna in sostegno alla giovane sudanese Amal (uno pseudonimo, giacché Intisar Abdala, l’avvocato della 20enne ha chiesto di mantenere l’anonimato per la sua cliente), condannata a morte per lapidazione.

La sentenza contro Amal è stata emessa il 26 giugno scorso da un tribunale di Kosti, città a sud di Khartum, situata sulla sponda ovest del Nilo Bianco, perché ritenuta colpevole di adulterio e in questi giorni, l’Alta Corte ha respinto il ricorso degli avvocati e, quindi, in caso di mancato ripensamento la condanna diventa definitiva. In Sudan, l’ultima condanna simile risale al 2013, ma l’Alta Corte l’aveva annullata.

L’avvocata di Amal, Intissar Abdallah, ha ripreso in mano il dossier dei tribunali ed ha ribadito che i diritti legali della ragazza sono stati violati dal tribunale di primo grado, perché non è stato ammesso un legale difensore e non sono stati ascoltati testimoni, ma soprattutto non è stato convocato, per essere processato, lo stupratore. Dal verbale di polizia si evince che la ragazza non è stata informata dei suoi diritti, prima dell’interrogatorio.

L’applicazione della pena di morte per adulterio costituisce una violazione grave del diritto internazionale, come il diritto alla vita, il divieto alla tortura ed alle pene o trattamenti ritenuti crudeli, inumani o degradanti, come enunciato nel Patto internazionale per i diritti civili e politici (PIDCP) e nella Convenzione delle Nazioni Unite contro le torture (CNUT) di cui il Sudan fa parte.

FIDHraggruppa 164 organizzazioni nazionali di difesa dei diritti umani in oltre 100 paesi e lavora con organizzazioni intergovernative quali le Nazioni Unite, l'Unione europea, il Consiglio d'Europa, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, l'Organizzazione degli Stati americani, l'UNESCO e l'organizzazione per l'Africa unita e con le loro rappresentanze permanenti.

La solidarietà internazionale in casi simili è importante: in passato ci sono stati casi simili, nei quali la mobilitazione delle coscienze ha funzionato: la nigeriana Safiya Husseini è stata salvata grazie a 20 milioni di lettere al presidente nigeriano, Obasanje; l’iraniana Sakina Ashtiani è stata salvata dall’impiccagione, grazie all’impegno dell’opinione pubblica mondiale.

Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata sul sito FIDH.org

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