Vai al contenuto della pagina

Profughi dall’Ucraina: nuovo paper sui permessi di soggiorno e nuove buone pratiche di accoglienza a cura della Fondazione Ismu

Ciò a cui stiamo assistendo nell’estate 2022 con la Guerra in Ucraina in corso è uno sforzo notevole messo in campo dal Governo per creare un sistema di accoglienza capillare, efficace ed efficiente.

Numerose sono le nuove pratiche da rilevare: il permesso di protezione temporanea, le misure di accoglienza diffusa e/o privata, l’assistenza ai minori nelle scuole, il riconoscimento delle qualifiche, i contributi economici erogati direttamente ai beneficiari. Si tratta di un meccanismo senz’altro ammirevole, seppur rallentato dalle fisiologiche difficoltà della burocrazia, ma che si propone di affrontare l’accoglienza e l’integrazione di più di 140mila persone.

Si delinea, in effetti, un sistema di protezione assai diverso da quello previsto per i richiedenti asilo. Accanto alle strutture del SAI, per i cittadini ucraini in fuga dal conflitto privi di mezzi, vediamo emergere altre possibilità: contributo a favore dell’interessato che provvede autonomamente alle proprie necessità; contributo a favore di una famiglia che ospita; contributo a favore di organismi del privato sociale operanti al di fuori del SAI.

Questa sperimentazione potrebbe offrire spunti interessati per una revisione del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo, e sembra in effetti che in questa direzione qualcosa si stai muovendo: dal 6 giugno è attivo e disponibile per tutti i rifugiati che arrivano in Italia, indipendentemente dal paese di origine e provenienza, un servizio online in quattro lingue che guida all’accesso alle misure economiche, formative e di welfare a loro destinate, come definite dall’Accordo tra Assolavoro e sindacati di categoria, con fondi per 45 milioni di euro.

La politica dell’immigrazione si è trovata finalmente di fronte al favore di tutta l’opinione pubblica e delle forze di governo; potendo agire quasi del tutto liberamente per attuare le pratiche di accoglienza che più sembravano adeguate a far fronte – questa volta – a una vera emergenza, dato il grande afflusso di persone.

Nella timida speranza che sia davvero così, e che presto queste persone potranno tornare in patria, se lo vorranno, la sfida è quella di fare tesoro di queste pratiche, monitorandone l’effettiva riuscita.


Scarica il paper

  • CONDIVIDI SU: