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Le migrazioni nel 2021: il fact-cheking di Ispi

L’ISPI Istituto per gli Studi di Politica Internazionale ripropone il suo Fact Checking annuale sulle migrazioni, che quest’anno si arricchisce di riflessioni su flussi irregolari, presenze in Italia e risposte di policy italiane ed europee.

Per quanto riguarda gli sbarchi in Italia, secondo il report, non c’è dubbio che siano aumentati rispetto ai minimi del 2019, e che dopo la prima ondata della pandemia questo aumento abbia conosciuto un’ulteriore accelerazione, passando dai circa 11.000 sbarchi l’anno della metà del 2019 a circa 45.000 persone sbarcate nel corso degli ultimi 12 mesi.

Secondo l’ISPI, relativamente agli sbarchi al momento diversi indicatori fanno pensare che i numeri si stiano stabilizzando intorno ai 50.000 l’anno. A fine maggio, il sistema di accoglienza italiano ha fatto registrare il primo aumento nel numero di migranti presenti nelle sue strutture da quasi quattro anni a questa parte. Ma la situazione nelle strutture di accoglienza italiane è lontanissima dal numero massimo di migranti accolti, fatto registrare a ottobre 2017: allora erano 191.000, oggi sono 76.000 (-60%).

C’è tuttavia da notare che, anche se il sistema di accoglienza italiano ha dimostrato di saper gestire numeri ampiamente più elevati di quelli odierni, ancora oggi circa due migranti su tre sono ospitati nei CAS, i centri di accoglienza straordinaria pensati più per far fronte all’arrivo di grandi numeri che per gestire l’accoglienza ordinaria. Il sistema dell’accoglienza diffusa, con piccoli numeri e progetti d’integrazione più mirati ai loro ospiti (e che nel tempo ha cambiato nome diverse volte, da SPRAR a SIPROIMI a SAI), accoglie solo circa 25.000 persone sulle 76.000 presenti.

Inoltre, la pandemia ha certamente contribuito all’aumento della pressione migratoria irregolare alle frontiere sud d’Europa: gli arrivi di migranti irregolari sono aumentati sia per la Spagna, sia per l’Italia. E in misura simile, malgrado i trend precedenti fossero nettamente diversi (in diminuzione da numeri più elevati per la Spagna; in leggero aumento da numeri molto bassi per l’Italia).

Un secondo trend cui sembra aver contribuito la pandemia è quello della regionalizzazione delle rotte irregolari. Significa che i migranti irregolari tendono a compiere tragitti più brevi rispetto a prima. Per l’Italia, infatti, l’aumento più consistente è stato quello dei migranti arrivati dalla Tunisia, e in particolare proprio di tunisini, passati dai 2.600 del 2019 a quasi 13.000 nel 2020. Anche gli sbarchi di chi proviene dalla Libia riguardano sempre più spesso persone che si trovano nel paese africano da molto tempo, spesso da anni, e non arrivi recenti.

Per maggiori informazioni e consultare il report visita il sito ISPI



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