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Tratta di esseri umani e protezione delle vittime: il Parlamento Europeo chiede più tutele

Il Parlamento Europeo, chiamato a valutare l’efficacia della Direttiva Antitratta del 2011, ha fortemente richiesto di rafforzare il contrasto alla tratta di essere umani, criminalizzando l’utilizzo dei servizi sessuali offerti dalle vittime, creando connessioni più forti con le procedure di protezione internazionale e tutelando maggiormente minori e minoranze.

Lo sfruttamento sessuale rappresenta sempre più insistentemente il motore principale del fenomeno: per questo con la risoluzione adottata il 9 febbraio scorso con 571 voti a favore, 6 contrari e 59 astensioni, i deputati chiedono che la Direttiva venga emendata prevedendo che l’”utilizzo consapevole” dei servizi offerti dalle vittime sia un reato e l’intervento della Commissione e degli Stati membri per contrastare l’utilizzo di web, social media e nuove tecnologie come trappole per potenziali vittime.

Sottolineano, inoltre, che un quarto delle vittime di tratta sono minori e quindi andrebbero sviluppate misure specifiche di protezione e assistenza.

Infine, avvertono che la situazione delle vittime è peggiorata con la pandemia di Covid e che sono aumentati gli annunci online con vittime di tratta e la domanda di pornografia infantile.

Tra i soggetti più a rischio di tratta ci sono richiedenti asilo, rifugiati e migranti, soprattutto donne e minori accompagnati. Eppure, le vittime registrate come tali nelle procedure di protezione internazionale sono molto poche, probabilmente sottostimate. L’europarlamento ha inoltre chiesto maggior attenzione e considerazione per le vittime LGBTI, i disabili e tutti coloro che appartengono a gruppi discriminati come i Rom.

Consulta la relazione sull'attuazione della direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime (2020/2029(INI)

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